Tra il dire Supreme e visualizzare la parola nel rettangolo rosso intercorrono solo pochi secondi, vero?! Un logo, del resto, deve svolgere proprio questa funzione per restare impresso visivamente, e soprattutto per evocare un immaginario legato al suo nome. La capsule collection Supreme è un esempio tangibile di come l’arte possa veicolare valore per un brand.

Supreme, nato come negozio nel 1994 a New York per commercializzare skateboard, ha fatto molto di più: è riuscito a creare una nuova fetta di mercato del collezionismo di lusso.

Un brand riconoscibile è un brand creativo: la capsule collection Supreme

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@supremenewyork

Non solo, Supreme ha fatto molto di più, ma lo ha fatto molto meglio. Come?! Avvalendosi di collaborazioni con note case di moda, prima, e artisti poi. Un marchio iconico attraverso l’arte acquisisce valore (se sei un’azienda scopri come possiamo aiutarti).

Le capsule collection sono delle tirature limitate di un dato prodotto, e, proprio la capsule collection Supreme, in collaborazione con creativi e artisti, è riuscita a creare in pochi anni il concetto di collezionismo di alto livello. Come? Utilizzando innanzitutto strumenti pop.

Associare un prodotto, un logo, un’azienda a un’opera d’arte o a un artista specifico è un’operazione molto complessa perché veicola un messaggio a più livelli per il pubblico. La coerenza tra brand e creativi è il primo tassello per una capsule collection riuscita che resti impressa nell’immaginario delle masse.

Supreme: le collaborazioni artistiche più recenti

Ecco tre esempi delle collaborazioni di Supreme più recenti, che non devi perdere:

1 Nate Lowman-  Il foro di proiettile

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L'artista newyorkese, classe ’79, estrae immagini attingendo dalla storia dell'arte, dai notiziari e dai media pop, e trasforma il tutto in significative opere visive. I temi della sua arte esplorano i concetti di celebrità, ossessione e violenza. Per Supreme realizza, a marzo 2022, una capsule collection composta da: 

  • un gilet da lavoro; 
  • un maglione; 
  • una camicia a maniche corte; 
  • una felpa con cappuccio;
  • e un pantalone.

Ogni capo riporta il famoso foro di proiettile ingrandito e serigrafato dall’artista. Il foro di proiettile era, in origine, una decalcomania da auto venduta in Texas che colpì l’artista il quale dichiarò: 

Ero molto interessato al modo in cui si poteva collegare un contenuto violento a una superficie molto pacifica di astrazione geometrica”.

2 Damien Hirst SKATEBOARD D’ARTISTA

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@suprememuseum

Il ragazzaccio dell’arte contemporanea realizza una serie limitata dal titolo “Spot painting”

Si tratta di tavole da skate decorate da una texture a pois colorata che replica la celebre serie di quadri dell’artista. Fa parte della capsule anche una tee bianca con la scritta: “Life’s a Bitch Then You DIE”.

Arte e street culture si fondono perfettamente in una una linea iconica inclusa in una raccolta di 280 skateboard d’artista valutati, nel 2019, 800.000 dollari da Sotheby’s.

3 Hype è saper vendere un mattone

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Il terzo esempio di capsule collection Supreme è veramente eclatante! Lo studio di domanda e offerta è alla base del concetto di tiratura limitata.

“Se so che ne posso vendere 600, allora ne produco 400”.

James Jebbia, fondatore di Supreme, spiega così il motivo delle capsule Collection, delle tirature limitate e della capacità di creare quello che in gergo viene definito hype, ovvero un senso di attesa e desiderio di massa di potersi accaparrare un prodotto solo per pochi.

Su questa onda Supreme ha prodotto e rilasciato sul mercato un numero limitato di mattoni brandizzati al costo di 30 dollari, che sono andati sold out in pochi minuti. 

Oltre al sold out immediato, all’eco mondiale dell’accaduto, al nome di Supreme che è stato ancora una volta protagonista, i mattoni sono stati rivenduti su Ebay a 1000 dollari.


Arte e mercato confluiscono?

Supreme ci dimostra come un brand possa, attraverso la collaborazione con artisti e creativi di livello, rendersi non solo riconoscibile nel mondo, ma anche riuscire a creare un bisogno legato alla desiderabilità data dalla scarsità dell’oggetto d’arte immesso sul mercato. 

La storia ci insegna quindi, che arte e mercato possono fluire insieme, senza che l’una sminuisca l’altro, o viceversa. Insomma, talvolta “rischiare” e restare se stessi paga più di mille strategie troppo lontane da quello che il nostro pubblico cerca o si aspetta.

Una capsule collection è un’opportunità per il mercato dell’arte

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La capsule collection di Supreme ha rappresentato una grande opportunità per il brand.Marketing strategico, prodotto e appeal, uniti al talento creativo, sono spesso la chiave vincente per uno scambio attivo e proficuo: per il brand e per gli artisti che ne veicolano l’immagine.

Aziende e artisti un connubio perfetto che noi sosteniamo da sempre!

La scelta di investire nelle collaborazioni artistiche di Supreme è infatti il più chiaro esempio di quanto sia importante per un brand, non solo avere un prodotto, ma anche renderlo unico e inimitabile.

Ecco perché per noi di Taldeg questo concetto di unicità passa attraverso un lavoro di formazione dei nostri artisti su temi digitali, personal branding e marketing, proprio perché la loro arte sia veramente riconoscibile e spendibile in termini di iconicità.

Sinergia sempre!

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Con le aziende lavoriamo per riuscire a creare una sinergia perfetta tra brand, prodotto o evento e gli artisti che possano rappresentarne al meglio valori e significati. Ci avevi mai pensato? Sai come applicare questi concetti al tuo personal branding di artista? Se hai bisogno di un confronto contattaci senza impegno!

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“Un aspetto essenziale della creatività è non aver paura di fallire.”

Edwin Land (inventore e fondatore di Polaroid).